La Seduta di Allenamento nell’età evolutiva 2°parte + PDF

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Principi di programmazione, esecuzione e verifica nell’allenamento del minirugby

 

OSSERVAZIONI E INTERAZIONI DEL TECNICO

Organizzare l’osservazione

Abbiamo visto fino ad ora quanto è importante saper osservare. Per poterlo fare nel migliore dei modi è necessario organizzare l’osservazione.

La posizione del tecnico in campo è parte fondamentale del processo di acquisizione. Ancora di più quando i tecnici a disposizione sono due è necessario impostare, in fase di progettazione, la posizione in campo e condividere i feedback che si vogliono dare ai ragazzi. Questo permette di avere due punti di vista  e di allargare lo spettro di informazioni che si possono acquisire durante la seduta.

Nei più piccoli è importante inoltre posizionarsi nel punto più “difficile” dell’esercizio\circuito, per dare ausilio ai bambini e controllare con maggiore accuratezza.

Aggiustamento per l’obiettivo

Accade a volte che il compito dato ai ragazzi non restituisca il risultato preventivato. Tramite la corretta osservazione il tecnico deve avere la capacità di modificare l’esercizio in modo da renderlo fruibile ed utile al raggiungimento dell’obiettivo.

INTERAZIONI DEL TECNICO

Interazione con il preparatore fisico

Il tecnico ed il preparatore lavorano insieme già dalla fase di programmazione per definire obiettivi individuali e di squadra. 

Anche allenamenti prettamente tecnici possono avere  obiettivi paralleli che riguardano la sfera neuro-motoria.

Gestire spazi, recuperi e numero di partecipanti, sposta il carico fisico ed è quindi possibile cambiare l’obiettivo dell’allenamento.

Al termine della seduta tecnico e preparatore si scambiano feedback su ciò che è appena successo per trovare problematiche ed eventuali soluzioni future.

Ovviamente per quanto concerne le valutazione generali di carattere neuro-motorio, sarà il preparatore, coadiuvato dal tecnico, a fornire le sue considerazioni.

Più in generale i compiti del preparatore fisico sono:

  • Valutare nel complesso e nel particolare
  • Individuare le aree di lavoro per categoria e per competenze
  • Sviluppare programmi a medio-lungo termine
  • Osservare e suggerire modifiche per il raggiungimento degli obiettivi fisici

POLIVALENZA E MULTILATERALITA’

Due concetti molto importanti per quanto riguarda l’allenamento in età evolutiva, sono quelli di polivalenza e multilateralità.

Possiamo definire un programma polivalente quando c’è una corretta alternanza dei metodi di allenamento. Come abbiamo già visto in precedenza, la variabilità dello stimolo ha un importante influenza sull’efficacia della proposta.

Lo sviluppo degli schemi motori di base deve avere caratteristiche non unilaterali ma vanno sviluppati tutti con la giusta alternanza.

In assoluto possiamo dire che quando c’è uno sviluppo della persona nella sua totalità, il programma sarà di carattere polivalente e si otterrà un incremento di tutte le componenti in modo maggioritario rispetto ad un allenamento in cui la singola caratteristica venga stimolata.

Il concetto di multilateralità invece si sviluppa sulla variazione dei contenuti e sui mezzi dell’allenamento che devono essere variati nel corso della programmazione. Rientra in questo concetto anche la variazione dell’organizzazione dell’allenamento come già esposto in precedenza. 

Si devono sviluppare le capacità di base e in seguito creare delle nuove abilità che possono essere, a seconda dell’età, più o meno specifiche rispetto al modello di prestazione dello sport praticato. Rimane comunque l’obiettivo più generale di allargare la base motoria per consentire in futuro di perfezionare le abilità e di crearne di nuove ancora più complesse.

METODI DI INSEGNAMENTO

Una doverosa precisazione va fatta riguardo i metodi di insegnamento. Questi rappresentano la modalità con cui l’allenatore vuole far passare il messaggio ovvero modalità con cui vuole che il ragazzo sviluppi una comprensione profonda di ciò che gli è stato proposto.

Possiamo individuare due metodi principali, quello induttivo e quello deduttivo.

Metodo Induttivo

Il metodo induttivo si applica proponendo una situazione o un esercito ma non si danno indicazioni precise su come questo compito debba essere portato a termine. L’allenatore indica esclusivamente l’obiettivo e il ragazzo\bambino sarà il protagonista delle scelte potendo così esprimere le sue capacità di osservazione, elaborazione e sperimentazione. Durante l’esercizio l’allenatore può dare dei feedback ma deve comunque lasciare al ragazzo\bambino la libertà di trovare la “sua” soluzione al quesito posto.E’ ovviamente un metodo che sviluppa la capacità di risolvere un problema nella situazione specifica e permette, a chi osserva, di avere un punto di vista molto interessante per la valutazione del giocatore.

Metodo Deduttivo

Il metodo deduttivo, al contrario, si applica quando l’allenatore fornisce le regole e le modalità esecutive. La spiegazione spesso è seguita da un esempio pratico fatto dallo stesso allenatore o da uno dei ragazzi sul quale si fanno le giuste correzioni. Il compito quindi sarà quello di avvicinarsi il più possibile a questo modello e l’allenatore avrà la facoltà di chiedere delle specifiche sul gesto che stanno eseguendo ai ragazzi per capire il reale livello di comprensione.

Questo metodo è utile per l’insegnamento dei principi di base di ogni sport e aiuta ad inserire nel bagaglio del giocatore, elementi essenziali per la riuscita e l’efficacia del gesto\situazione specifica.

La giusta alternanza dei due metodi permette di sviluppare il ragazzo sia da  un punto di vista cognitivo che prettamente tecnico-specifico ed è quindi la soluzione da preferire. Nei più piccoli si deve privilegiare il metodo induttivo, capace di stimolare i bambini a trovare delle soluzioni alternative ed efficaci.

I PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO

In ultima analisi prendiamo in considerazione dei principi fondamentali dell’allenamento che devono regolare qualsiasi forma di proposta venga fatta ai ragazzi. Possono essere interpretati anche come un auto-valutazione per i tecnici che, rispettandoli, possono essere sicuri di aver svolto un buon lavoro con i ragazzi.

  1. Tutela della salute – In ogni caso questo è il primo punto. Tutto ciò che viene proposto deve essere “sicuro”. Allo stesso modo se si evidenzia una criticità durante l’allenamento, deve esserci immediatamente un adeguamento per far si che questo principio venga rispettato.
  1. Rapporto Carico-Recupero – troppo spesso valutiamo il recupero come un momento di allenamento perso. In realtà carico e recupero formano un unica unità inseparabile. Non può esserci carico senza un adeguato recupero. Quando parliamo di carico va specificato che, a seconda delle fasce di età, il carico è identificato da aspetti molto diversi.                                                                        Per esempio per un under 6 il semplice “stare fermi” ponendo attenzione a nuovi insegnamenti, rappresenta un carico  importante che va dunque alternato con fasi in cui i bambini abbiano la possibilità di muoversi nello spazio con esercitazioni\giochi che gli permettano libertà di movimento.
  1. Incremento dei carichi –  In questo senso vanno tenuti in considerazione non solo i carichi di lavoro ma anche la progressione da facile a difficile e da generale a specifico.

                              

  1. Continuità del carico e distribuzione del lavoro in cicli –  La suddivisione del lavoro in cilci permette di programmare in maniera ottimale anche i recuperi. Nella visione di insieme questo ci permette di avere una distribuzione del carico corretta e senza soluzione di continuità.
  1. Sistematicità dell’insegnamento – Il tecnico ha il compito di proporre situazioni che aiutino a crescere i ragazzi. Per questo è importante avere sempre coscienza di ciò che si propone ed è ancora più importante capire quale metodo di insegnamento è più indicato per la situazione specifica.
  1. Variazione e successione del carico – Anche dovendo lavorare sullo stesso argomento, è fondamentale variare la proposta per riuscire a stimolare maggiormente i ragazzi e creare una necessità forte di dover risolvere il problema. Allo stesso tempo la successione del carico deve seguire dei tempi consoni per l’apprendimento profondo del concetto\abilità che si vuole insegnare. 
  1. Autonomia e Autostima – Compito dei tecnici è di aumentare sia l’autonomia che l’autostima dei ragazzi che allenano. Questo è possibile tramite la scelta, la spiegazione e la dimostrazione corretta degli esercizi in modo che i ragazzi abbiano chiaro qual è l’obiettivo e\o il modo in cui raggiungerlo. In questo ambito sono molto importanti i feedback positivi che aiutano ad aumentare l’autostima del ragazzo e implicitamente la sua efficacia nel gesto.
  1. Indicazioni e Istruzioni adeguate – In ogni situazione in cui il tecnico si trova a dover far capire un concetto o la giusta esecuzione di un esercizio, è fondamentale che le sue istruzioni siano chiare. Le informazioni verbali spesso non sono sufficienti a far comprendere pienamente soprattutto se parliamo di rappresentare il movimento. Per questo esempi attivi e per i più grandi anche mezzi illustrativi più complessi, possono essere di grande aiuto.
  1. Adeguatezza dello stimolo –  Mantenere sempre il giusto rapporto tra costi e benefici tendendo in considerazione le reali possibilità di carico.
  1. Stabilità delle nuove acquisizioni –  Aver risolto il problema posto durante un esercizio, spesso non indica che il concetto è del tutto acquisito. Per far si che una nuova abilità o una nuova conoscenza sia realmente entrata a far parte del bagaglio del ragazzo, c’è bisogno di consolidare questa informazione con un numero adeguato di ripetizioni dello stesso stimolo.

 

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CENTRO STUDI FIAMME ORO RUGBY

Di Maio Riccardo (Responsabile Centro Studi)

Lucarini Luigi

Andreucci Simone

Molinari Simone

Sepe Michele

Giella Simone

 

 

 

Bibliografia e Fonti

  • Dispense area metodologica  – Bufalini, Davi, Garbuio, Risalti, Venturini 2013
  • Fasi Sensibili – Martin 1983
  • La programmazione Generale – Nicolini
  • Teoria e metodologia dell’allenamento – G.U.Foscolo
  • Controllo motorio ed apprendimento – Schmidt