La Seduta di Allenamento nell’età evolutiva 1°parte

La Seduta di Allenamento nell’età evolutiva 1°parte

Principi di programmazione, esecuzione e verifica nell’allenamento del minirugby

Cos’è un seduta di allenamento?

E’ la congiunzione tra programma (Teoria), realizzazione (Pratica) e verifica.

Definire precisamente cosa si intende per “seduta di allenamento” ha un importanza fondamentale.

Proprio la sua definizione ci consente di chiarire quali sono i nostri obiettivi e quali linee guida dobbiamo seguire.  

Le tre componenti evidenziate sono ognuna dipendente dalle altre e nessuna da sola può portarci ad eseguire un allenamento di qualità.

Solamente partendo dai principi che regolano l’allenamento (sia esso tecnico o fisico) e valutando attentamente la situazione reale nella quale dobbiamo proiettare le esercitazioni, riusciremo a programmare in maniera corretta la seduta. Ovviamente questa deve essere seguita da una fase realizzativa in cui quei principi vengono applicati nella situazione. In fine non considerando una verifica finale ( sia della comprensione, sia sulla qualità della realizzazione della programmazione) non sarà possibile migliorare la proposta di allenamento. Andiamo ora sviluppare meglio i punti presi in considerazione.

Analisi della situazione

Per poter essere efficaci nella programmazione, il primo passo è quello di osservare attentamente il livello iniziale sia del singolo ragazzo, sia dell’intero gruppo.

In questa fase è importante individuare il livello di tre grandi aree personali:

  • Capacità motorie in generale
  • Livelli cognitivi
  • Aspetti relazionali e di comunicazione

Svilupperemo meglio queste caratteristiche più avanti.  

Ma come possiamo finalizzare questa osservazione iniziale.

Sicuramente proponendo esercitazioni che coinvolgano tutte queste funzioni (cognitiva, affettiva, sociale e motoria) e simultaneamente predisporre specifiche unità didattiche che coinvolgano i singoli ed i gruppi a seconda delle loro esigenze.

Definizione degli Obiettivi

La definizione degli obiettivi riveste un importanza cruciale nella costruzione dell’allenamento. Questi possono riguardare varie capacità ed abilità sia fisiche che tecniche. Sarà cura del tecnico e del preparatore stabilire gli obiettivi tenendo conto dell’analisi fatta in precedenza e ricordando sempre che :

  • Obiettivi troppo semplici, che non creano difficoltà nella loro risoluzione tecnico\motorio\cognitiva
  • Esercitazioni banali che fanno rimanere i ragazzi sotto la soglia minima di attenzione
  • Obiettivi troppo complessi per il singolo o per il gruppo di lavoro 
  • Esercitazioni difficili dove non esistono soluzioni possibili per la fascia di età coinvolta

Producono tutti un risultato contrario a quello prefissato aumentando i livelli di noia e di ansia nei ragazzi.

Scelta ed organizzazione dei mezzi

Una volta individuati gli obiettivi  a breve, medio e lungo termine, si procede alla loro organizzazione. Disegnare la strada per arrivare al traguardo finale (obiettivo a lungo termine) prendendo le direzioni giuste (obiettivi a medio termine) riconoscendo qual’è il momento giusto per accelerare o fermarsi (obiettivo a breve termine).

Per fare questo abbiamo bisogno di individuare i giusti mezzi di allenamento. Possiamo dividere i mezzi di allenamento in :

  • Mezzi generali
  • Mezzi speciali (rispetto allo sport allenato)
  • Mezzi specifici (rispetto allo sport allenato)

Per quanto riguarda l’allenamento dell’età evolutiva, va ricordato che in questa fase è importante che gli stimoli allenanti siano per la maggior parte di carattere Generale. Questo per consentire una crescita armonica della più ampia gamma di abilità e capacità. Una specializzazione troppo precoce comporta una scarsa alfabetizzazione motoria con la conseguenza che i ragazzi, quando saranno chiamati a compiere azioni più complesse, avranno maggiori difficoltà.

Schematizzare la seduta

Schematizzare la seduta di allenamento significa creare un protocollo da eseguire in campo che permetta il rapido e preciso funzionamento e svolgimento dell’allenamento. Oltre ad essere di estrema praticità, questo ci permette la creazione di database con i quali monitorare, ad ampio raggio,  le proposte di allenamento.

In questo schema è importante trovare lo spazio per poter aggiungere a fine seduta, un feedback che riporti la reale efficacia dei vari esercizi. Questo permetterà al tecnico e al preparatore di poter agire in maniera più specifica andando a correggere o ad enfatizzare le varie parti dell’allenamento.

Realizzazione e Valutazione

La realizzazione è il momento in cui la parte di analisi e programmazione, prende forma sul campo. In questa fase è importante raccogliere più informazioni possibili per una valutazione finale più completa.

Realizzazione e valutazione sono il terminale di un circolo virtuoso che riprende esattamente da dove è iniziato. Una nuova analisi sarà possibile grazie alle ultime valutazione. un nuovo obiettivo a breve termine sarà individuato insieme al mezzo più efficace per raggiungerlo. Sarà preparato una nuova seduta di allenamento e saranno fatte nuove osservazioni.

Le Fasi dell’Allenamento

Possiamo suddividere l’allenamento in tre fasi:

  1. Fase di Avvio – attivazione apparato loco-motore, preparazione cognitiva, affettiva, psicologica.
  2. Fase di Sviluppo tecnico\motorio – esercitazioni specifiche mirate al miglioramento e al consolidamento della abilità.
  3. Fase di Verifica

Queste tre fasi possono essere proposte anche in un diverso ordine. Questo aumenta il carico sull’aspetto cognitivo dei ragazzi che si trovano a dover risolvere dei problemi che sono abituati a fare in una sequenza diversa. Inoltre così facendo andiamo incontro ad uno dei principi fondamentali dell’allenamento e cioè la varietà dello stimolo. In età evolutiva resta concetto assume un valore ancora più elevato dovendo proporre allenamenti che stimolino in maniera multilaterale tutte le aree di crescita.

LA VALUTAZIONE

Abbiamo osservato come la fase della valutazione sia davvero centrale nell’allenamento giovanile. Vediamo quindi quali sono i parametri con i quali possiamo valutare a 360° i ragazzi.

1. Sfera EMOTIVO-RELAZIONALE

Le emozioni in età evolutiva, hanno delle influenze dirette sulle capacità cognitive, relazionali e di apprendimento. Questo ci fa capire quanto sia importante individuare precocemente  problematiche in questa sfera. Se così non fosse potremmo credere che il ragazzo abbia problematiche tecniche o fisiche quando invece le sue emozioni non gli permettono di recepire bene i concetti.

Possiamo individuare tre sottoaree:

  1. Capacità di gestire le proprie emozioni
  2. Capacità di relazionarsi con gli altri ( compreso l’allenatore )
  3. Capacità di Empatia

2. Sfera COGNITIVA

Le abilità cognitive comprendono tutti i processi attraverso i quali un individuo percepisce, registra, mantiene, recupera, manipola, usa ed esprime informazioni che sono coinvolte in qualsiasi compito dobbiamo affrontare, dal più semplice al più complesso.

Come si evidenzia dallo schema riportato sotto, le capacità cognitive hanno una fase sensibile dai 7 ai 12 anni fase in cui è possibile sviluppare maggiormente queste capacità.

 Le capacità cognitive di base sono:

    • La percezione
    • L’attenzione
    • Il riconoscimento
    • La memoria
    • La funzione esecutiva

Sono facilmente individuabili tutte le fasi che intercorrono tra una presa si informazione  INPUT, 

l’elaborazione di quest’ultima e la presa di decisione finale OUTPUT.

 

3. Sfera NEURO – MOTORIA

In questa grande sfera troviamo due grandi aree:

LE CAPACITA’ – sono legate ad aspetti ereditari e hanno diversi gradi di sviluppo. Sono durevoli e stabili sottendendo diverse abilità. Nonostante siano per la maggior parte fattori genetici a identificare le capacità, possono essere incrementate attraverso l’allenamento.

Le capacità si suddividono in condizionali e coordinative. La mobilità articolare si colloca tra le altre due non avendo completa familiarità con nessuna delle due precedenti.

Capacità condizionali

Rappresentano l’insieme delle caratteristiche motorie legate e dipendenti dalle caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali dell’individuo.  Il loro sviluppo nell’età evolutiva è continuo ma non lineare per i cambiamenti fisici e motori tipici del processo di maturazione dell’organismo.

Nei bambini il miglioramento delle capacità condizionali deve avvenire attraverso esercitazioni coordinative e di gioco e non attraverso esercitazioni specifiche.  La capacità condizionale che deve essere sviluppata dai 6 agli 11 anni è la rapidità (velocità) in quanto è quella che più corrisponde alle naturali caratteristiche della motricità infantile. La rapidità è la capacità di compiere azioni motorie in tempo minimo ed è facilmente allenabile attraverso percorsi motori. 

Nello specifico è necessario ricercare il miglioramento delle sue diverse componenti: 

  • Rapidità di reazione   
  • Rapidità del singolo gesto   
  • Frequenza del movimento

Capacità coordinative

Le capacità coordinative hanno la base della loro funzionalità nell’organizzazione dei processi del sistema nervoso, in prima analisi del sistema senso-motorio. Le capacità senso percettive sono i prerequisiti in grado di permettere al ragazzo di apprendere controllare e adattare alle varie situazioni i movimenti.

Se le capacità coordinative sono la grammatica motoria le abilità rappresentano il vocabolario motorio.     Il periodo migliore per sviluppare queste caratteristiche è tra gli 8 e i 12 anni. dopo questa fase sensibile sarà possibile lavorarci ma aumentando molto il tempo di allenamento.  L’obiettivo dell’incremento di queste capacità è di rendere i gesti più economici ed efficaci.

Mobilità articolare

La mobilità articolare ha il periodo di maggiore allenabilità dai 6 ai 10 anni al contrario delle capacità condizionali come Forza e Resistenza che si sviluppa maggiormente dagli 11 anni in su. E’ una capacità molto importante che non rientra ne nelle capacità condizionali ne in quelle coordinative.

La cosa migliore per allenare questa capacità, è quella di proporre giochi e situazioni dove i bambini sono costretti a compiere azioni motorie nelle posizioni di massima estensione articolare. Non è idoneo fare allenamenti di mobilità articolare da fermi perché i bambini ancora non sono pronti a questo tipo di proposta.

LE ABILITA’ – sono attività apprese e permettono di realizzare un compito motorio con una alta percentuale di riuscita, con il minimo sforzo e con la massima efficacia. Hanno bisogno di essere allenate sia per essere acquisite che per essere enfatizzate. Una volta apprese il loro miglioramento passa attraverso la riduzione del costo ed un aumento della riuscita del compito.

Per valutare un ragazzo dobbiamo far riferimento anche agli schemi motori di base che rappresentano le unità di base dei movimenti umani, e di fatto costituiscono i movimenti fondamentali su cui si costruiscono tutti i futuri apprendimenti motori.

I principali schemi motori di base sono:

  • camminare
  • saltare
  • correre
  • rotolare
  • calciare
  • strisciare
  • equilibrarsi
  • arrampicarsi
  • lanciare-afferrare
  • tirare-spingere

Gli schemi motori di base diventano il bagaglio motorio e costituiscono il fondamento delle attività motorie più complesse. La ricchezza e la varietà dello stimolo allenante li migliorano sia qualitativamente che quantitativamente.

In presenza della palla gli schemi motori di base possono affinarsi ulteriormente e diventano sempre più sport-specifici.

La fase sensibile è quella dai 6 anni ai 12 anni alle fine dei quali il ragazzo dovrà conoscere, a vari livelli, tutte queste abilità per costruirne di nuove.

4. Sfera ORGANICO-STRUTTURALE

Questa sfera riguarda soprattutto il rapporto tra età biologica ed età anagrafica che nel periodo dello sviluppo sono spesso non sincronizzate.

Si valutano anche le qualità fisiche oggettive, quelle legate ad un aspetto più puramente genetico.

Avere conoscenza di questo aspetto consente di comprendere meglio la prestazione rispetto al gruppo e può essere utile per una crescita più individualizzata.

Tutte queste grandi aree possono essere valutate 2\3 volte durante la stagione consentendo uno studio longitudinale che permetterà di valutare l’effettiva capacità della proposta di migliorare il ragazzo sotto i vari punti di vista.

 

 

 

CENTRO STUDI FIAMME ORO RUGBY

Di Maio Riccardo (Responsabile Centro Studi)

Lucarini Luigi

Andreucci Simone

Molinari Simone

Sepe Michele

Giella Simone

 

 

 

Bibliografia e Fonti

  • Dispense area metodologica  – Bufalini, Davi, Garbuio, Risalti, Venturini 2013
  • Fasi Sensibili – Martin 1983
  • La programmazione Generale – Nicolini
  • Teoria e metodologia dell’allenamento – G.U.Foscolo
  • Controllo motorio ed apprendimento – Schmidt